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PARMACOTTO GROUP
Con i suoi 3 brand – Parmacotto, Boschi Fratelli e Parmacotto LLC negli USA – Parmacotto Group firma e produce un’offerta completa di salumi sicuri ed equilibrati: cotti, stagionati e avicoli caratterizzati da un’attenta selezione delle materie prime. All’interno dei suoi 4 siti produttivi, metodi e ricette tradizionali incontrano processi innovativi e all’avanguardia nel rispetto dei più elevati standard qualitativi. Oggi, grazie alla sua vocazione all’export, Parmacotto Group è in grado di rispondere anche alle esigenze dei mercati internazionali, mettendo il suo know-how a disposizione delle esigenze dei consumatori in Europa e America. Con un approccio che mette il benessere delle persone al centro, il Gruppo ha intrapreso un percorso concreto verso la sostenibilità chiamato #FeelinGood.
GAIA GUALERZI
Da gennaio 2020 Gaia Gualerzi è Direttore Marketing di Parmacotto Group. Laureata in Economia Aziendale all’Università di Parma nel 2004, inizia la sua carriera professionale in Parmacotto come Marketing Specialist, per poi diventare nel 2010 Senior Brand Manager. Oggi ha la responsabilità della crescita del brand Parmacotto, sul mercato italiano e estero, in ottica strategica e di comunicazione, dirige la strategia di riposizionamento del brand Boschi Fratelli – azienda acquisita da Parmacotto Group – e coordina le attività di marketing della filiale statunitense Parmacotto llc, definendo obiettivi di branding, che vengono gestiti on field dal team marketing americano. Dal 2022 assume la responsabilità dell’area export, in termini di sviluppo strategico e coordinamento.
PARMACOTTO: CON IL MONDO STRAVOLTO LE PERSONE CERCANO SICUREZZA. ECCO PERCHÉ LE MARCHE DIVENTANO COMPAGNE DI VITA
Gaia Gualerzi – Marketing Director e International Development Coordinator Parmacotto Group: “La comunicazione si gioca sul tempo; bisogna essere bravi per condensare una narrazione complessa in pochi istanti. Ma si deve promettere verità”.
Per iniziare, una domanda al manager, a prescindere dall’azienda in cui lavora: come vede il marketing alimentare del 2023? Cambierà qualcosa rispetto al passato? Cosa?
Credo che il marketing dovrà diventare molto più human: vedo una forte necessità da parte dei consumatori di trovare riscontri in marche sempre più vere, capaci di dialogare in un modo diretto e molto concreto.
Le persone oggi hanno bisogno di tanta autenticità, per questo si deve promettere verità e soprattutto mantenerla. Il cibo, del resto, è parte intrinseca di ognuno di noi: siamo quello che mangiamo.
Questa consapevolezza sta portando a parlare di sostenibilità in modo concreto e a trasmettere il sistema valoriale dell’azienda: la reputazione, in questo senso, è essenziale.
Il marketing e la comunicazione dovranno essere strumenti per comunicare l’impegno dei brand. Non è una novità che il mondo sia cambiato. Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a una congiuntura di eventi storici, economici e culturali prima impensabili: una pandemia, una guerra molto vicina, una crisi energetica e una situazione inflattiva che metteranno in crisi diversi settori.
Bisognerà ragionare prendendo in considerazione tutte queste situazioni, che stiamo affrontando senza distinzione di classe: a fronte di questi sconvolgimenti le persone vogliono più certezze, che ricercano nelle realtà più vicine, nella quotidianità. Così le marche diventano vere e proprie compagne di vita.
In questo panorama, la comunicazione di un’azienda food che ruolo ha e come si deve evolvere per essere efficace? Su cosa deve puntare maggiormente: i prodotti, i valori aziendali, la sostenibilità, oppure altro?
La comunicazione deve rispecchiare i valori aziendali, che metto al primo posto. Nel caso di Parmacotto Group, quello principale è la sostenibilità, naturalmente insieme ai prodotti, che sono lo strumento di dialogo con i consumatori: l’essenziale è che siano i migliori interpreti di questa sostenibilità.
Ma cosa significa questo termine tanto usato? La sostenibilità per noi è un connubio di tre dimensioni: la prima è quella più classica, ambientale, che comprende tutte le iniziative che stiamo mettendo in campo per ridurre l’impatto delle emissioni dirette dei nostri quattro siti produttivi, che andremo ad azzerare nel 2025. Nel frattempo, l’impegno è lavorare su tutta la filiera selezionando gli allevamenti dai quali acquistiamo la materia prima secondo prerequisiti molto chiari.
Anche a tavola si fa sostenibilità. Per questo mi chiedo: cosa possiamo fare per favorire il benessere dei nostri consumatori attraverso i nostri prodotti? Ad esempio, possiamo lavorare sulla riduzione di sale, prediligere conservanti di origine naturale, selezionare le materie prime secondo prerequisiti di sostenibilità, da allevamenti che rispettano il benessere animale e non usano antibiotici.
Tutto questo deve coniugarsi con una caratteristica essenziale per un prodotto come il nostro, che deve rimanere gustoso e appagante, oltre che sano ed equilibrato.
Ultima dimensione, ma non per importanza, è la sostenibilità etico-sociale. Le imprese sempre di più hanno un ruolo strategico di responsabilità sociale verso le comunità nelle quali la marca è presente.
Per quanto riguarda la sostenibilità, avete un progetto peculiare e come lo comunicate? C’è una case history rappresentativa?
È molto difficile comunicare tutto quello che ho detto in pochi istanti, ma la comunicazione si gioca sul tempo. Cito due case history relative alle nostre due ultime campagne di comunicazione: “We are back”, uscita al termine del primo lockdown e “Prendimi così” nel periodo successivo.
Sono dei brand manifesto che raccontano i valori e il percorso che l’azienda ha intrapreso. Sono spot con un linguaggio moderno, in cui i valori dei prodotti diventano i valori aziendali. Abbiamo scelto volutamente un tone of voice autentico, contemporaneo, a tratti un pochino forte, che vuole portare al consumatore il grado di passione e impegno che mettiamo in ciò che facciamo. La marca ha iniziato a parlare in modo diverso, si è allontanata dai caroselli anni Novanta, belli ma patinati per avvicinarsi alle persone e ai valori che ricercano.
Recentemente abbiamo lanciato la nostra nuova web platform #FeelinGood dedicata alla sostenibilità (parmacottogroup.com) che racconta il cammino di Parmacotto Group, un percorso che vuole mettere il benessere delle persone al centro, per farle stare bene a tavola, in azienda e nelle comunità in cui vivono. La sostenibilità per Parmacotto Group è strettamente legata a questa concezione di benessere a 360°. Riguarda la qualità della vita delle persone: nel rapporto che hanno con la tavola, all’interno delle comunità in cui operano, nell’ambiente in cui vivono.
Qui il video manifesto del Gruppo: Parmacotto Group – #FeelinGood
Quali sono i canali di comunicazione che privilegiate? Come li usate?
Ragioniamo su una comunicazione sempre più integrata: la tv continua ad avere un ruolo predominante, tanto che rappresenta il 70% dei nostri investimenti, soprattutto per messaggi brand oriented; il 30% va sul digital. Quest’anno ci siamo molto orientati sul prodotto, cito lo spot dedicato al Cotto di Parma®, un prodotto nuovo che si posiziona in modo premium e che ci ha spostato dalla modalità di comunicazione più consueta di marca. Lo abbiamo fatto perché questo prodotto aveva in sé molto della marca, con una penetrazione molto soddisfacente.
Per quanto riguarda i canali digital presidiamo tutti i social più importanti, quelli consumer come Instagram e Facebook e quello corporate come LinkedIn. Abbiamo inoltre anche il canale YouTube per parlare ai consumatori anche attraverso il linguaggio più immediato dei video.
Sui canali social prediligiamo linee editoriali differenti a seconda dei nostri diversi brand: Parmacotto, Parmacotto US, e Parmacotto Selection, ultimo nato per il settore professionale.
Per quanto riguarda Parmacotto la nostra comunicazione è incentrata sul prodotto: raccontato anche attraverso il volto dei nostri brand ambassador sportivi, giovani emergenti che ci aiutano a comunicare i valori di salubrità e sicurezza del nostro Prosciutto. Quest’anno abbiamo deciso di investire anche su Giallo Zafferano, per completare la comunicazione con un focus dedicato alle ricette: abbiamo sposato l’arte della mixology, ovvero l’abbinamento del prodotto con i cocktail, un trend emergente, per il quale ci avvaliamo di bartender professionisti.
Con Parmacotto Selection, invece, ci rivolgiamo al canale horeca di altro profilo attraverso una gamma di prodotti da maiale nero e una community dedicata.